Gli attacchi terroristici a Parigi hanno scosso tutti, portando ad una mobilitazione a livello mondiale
Gli attacchi terroristici a Parigi hanno scosso tutti, portando ad una mobilitazione a livello mondiale. Non sono certo rimasti indifferenti gli hacktivisti Anonymous, i quali hanno dato vita ad una nuova battaglia online contro l’Isis e la sua diffusione in rete.
La battaglia informatica non è una novità, basti pensare a quanto accaduto in seguito al massacro di Charlie Hebdo, che ha scatenato numerose campagne online, tra le quali le principali sono state OpIsis, OpIceIsis e OpCharlieHebdo. Queste campagne non sono mai terminate del tutto, ma con il passare del tempo sono divenute sempre meno popolari ed anche i quotidiani e le testate giornalistiche online hanno dedicato loro sempre meno risalto.
Gli attacchi di Parigi hanno scosso gli hacktivisti ed il gruppo Anonymous ha scelto di dichiarare, ancora una volta, guerra all’Isis, con l’obiettivo di limitarne ed infine bloccarne la diffusione in rete, impedendo al gruppo terroristico di farsi propagando online e di pubblicizzare i crimini commessi.
Il nome della nuova campagna è OpParis e parte dall’Italia. I coordinatori della campagna sono infatti di nazionalità Italiana, ma gli hacktivisti che hanno aderito provengono da tutto il mondo. Le operazioni del gruppo di hacker sono coordinate sfruttando le chat AnonOps, con le quali sono stati realizzati due differenti canali di comunicazione, uno pensato esclusivamente per gli utenti francesi ed uno per gli hacktivisti internazionali.
Analizzando le attività degli ultimi giorni è facile mettere in luce la voglia di combattere l’Isis in rete: si è toccato, infatti, il picco massimo di 250 utenti connessi contemporaneamente, un numero che stupisce se paragonato alle statistiche di collegamenti prima degli attacchi alla capitale francese.
Per annunciare la campagna OpParis è stato creato un video, proposto in lingua francese, inglese ed Italiana, ed un nuovo account twitter dedicato, che sarà sfruttato per dare comunicazioni ed annunci.
Il fondatore Italiano della campagna OpParis ha rilasciato un’intervista ufficiale alla stampa, nella quale spiega l’obiettivo della campagna stessa ed il piano d’azione. Lo scopo della campagna è lo stesso di quelle precedenti, ovvero stanare i terroristi, scoprire le loro identità ed impedire la diffusione in rete dei crimini e dei messaggi indirizzati all’opinione pubblica.
Gli hacktivisti affermano di essere pronti ad utilizzare ogni mezzo a loro disposizione per scoprire l’identità dei terroristi, aiutando quindi le autorità ad arrestarli e a limitare la visibilità in rete dell’Isis.
La campagna OpParis parte con una marcia in più rispetto alle precedenti, perché può fare tesoro delle esperienze che l’hanno preceduta ed utilizzare al meglio le informazioni che sono già state raccolte dagli anonymous nel corso degli ultimi mesi.
Oltre a poter prendere spunto dalle campagne precedenti per quanto riguarda l’organizzazione del lavoro ed il metodo di azione, la campagna OpParis inizia con un bagaglio di informazioni importanti, tra cui profili Facebook e Twitter sospetti ed una lista di siti web da analizzare in dettaglio.
Un hacktivista che ha aderito al gruppo di anonymous ha spiegato che lo scopo della prima fase della campagna non è mandare offline i siti web associati al terrorismo, ma penetrare in essi per raccogliere informazioni preziose, che non sarebbero raggiungibili altrimenti. La seconda fase della campagna potrebbe prevedere invece un attacco massiccio a tutti i portali inseriti nella lista nera, attacco volto in questo caso a portare i siti web offline.
La raccolta delle segnalazioni è stata velocizzata e resa automatica: tutti gli utenti possono segnalare dei profili Facebook o Twitter sospetti e le segnalazioni sono raccolte in automatico da uno specifico software. Tutti i profili sospetti segnalati sono poi controllati manualmente nel corso della stessa giornata da parte di un hacktivista del gruppo ed i profili ritenuti pericolosi vengono inseriti in una seconda lista.
I militanti dell’Isis non sono disposti ad accusare il colpo senza combattere e hanno già iniziato a cercare delle possibili soluzioni per evitare di vedere i loro account social bloccati. Un comunicato ufficiale, pubblicato sfruttando la piattaforma JustPaste per la condivisione di documenti, consiglia ai militanti dell’Isis di evitare di utilizzare una foto profilo che richiami immediatamente al terrorismo e di fare lo stesso per il nome.
Vedremo nei prossimi giorni come evolverà la situazione, in particolare come gli attivisti dell’Isis reagiranno agli attacchi. A seguito della campagna OpCharlieHebdo era stata lanciata una controffensiva, conosciuta come OpFrance, vedremo se anche la campagna OpParis scatenerà una reazione simile.
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