IsoHunt motore ricerca Torrent chiude

Oltre dieci anni presente in Internet con il suo motore di ricerca dedicato alle fonti torrent, ora uno dei siti più famosi in Internet ha deciso di chiudere per sempre: schiantato dalle battaglie legali


Uno dei siti più antichi e famosi, IsoHunt, ha deciso di chiudere accordandosi con gli studi cinematografici di Hollywood per un risarcimento di 110 milioni di dollari. Non sarà quindi più possibile trovare file torrent tramite questo famoso motore di ricerca.

La battaglia legale tra IsoHunt e le case cinematografiche ha una lunga storia costellata da numerose sconfitte parziali subite dal motore di ricerca, finché, messo alle strette, il CEO Gary Fung ha deciso di raggiungere un accordo extragiudiziale per cercare di evitare l'inevitabile disastro.
Il punto focale, che ha fatto cedere IsoHunt, è stata la sentenza di Marzo 2013 dove il giudice stabiliva una volta per tutte che il celebre motore di ricerca era consapevole di veicolare almeno il 90% di file illegali e quindi coperti da copyright. Tutto questo nonostante in passato ci fossero state numerose richieste da parte degli avvocati della parte avversa di inserire dei filtri, invece Fung avrebbe tratto vantaggi economici proprio dalla veicolazione di questi file illegali. La sentenza è stata una mazzata: a quel punto non c'erano più vie d'uscita per IsoHunt.

Una volta raggiunto il verdetto di condanna occorreva stabilire l'entità dei danni e dai primi calcoli sarebbe stata una cifra pazzesca: l'accusa, per Legge, poteva richiedere 150 mila dollari di multa/risarcimento per ogni file illegale indicizzato nel motore di ricerca. Il risultato sarebbe stata una multa stratosferica, talmente alta da essere difficile da calcolare.
Prima della nuova sentenza del giudice IsoHunt e la MPAA hanno raggiunto un accordo: cessazione immediata dell'attività del sito e di altri siti collegati ad esso come TorrentBopx e Podtropolis; obbligo a pagare un risarcimento stabilito in 110 milioni di dollari.

Nonostante l'accordo, la cifra è sempre altissima. IsoHunt non riuscirà mai a pagare un risarcimento come quello stabilito, ma alla controparte non interessa più di tanto se riceverà solo alcune “briciole” della cifra stabilita. L'importante per loro è dare un forte segnale a tutti gli altri motori di ricerca torrent, far capire che anche loro rischiano grosso e multe milionarie.
Infatti, il problema delle major cinematografiche è proprio questo: per un sito torrent (anche se importante) che chiude, ce ne sono tanti altri che rimangono aperti. Questo accordo dà più la sensazione di un forte ammonimento a tutti i siti web del settore più che un effettiva ricerca di rientrare dai danni subiti.

La giustificazione e difesa del CEO di IsoHunt durante la lunga battaglia legale (dal 2006) è in fondo una grossa bugia con un pizzico di verità: “Ho fatto di tutto per dimostrare che il file sharing apporta dei benifici a tutta la comunità di Internet, una continua condivisione di idee e cultura, ma è stato inutile”.
In realtà sappiamo tutti che il protocollo torrent è fantastico per la condivisione, ma il suo enorme sviluppo è stato favorito unicamente dalla veicolazione di file illegali, su questo non c'è alcun dubbio.

Anche in Italia, diverse procure hanno chiesto ai provider di disabilitare l'accesso ad alcuni siti torrent. Chiariamo una cosa: accedere ad un sito di motore di ricerca torrent non è illegale, è illegale scaricare file coperti da copyright.
Le metodologie per bypassare questi blocchi italiani sono molteplici: potete usare Anonymix per cambiare Ip istantaneamente (plugin per Firefox), oppure potete cambiare DNS usando quelli esteri (tipo Google, Verizon o OpenDns) troverete una lista DNS free sempre nell'articolo di Anarchia.com.
Infine è possibile usare Tor Portable, un browser senza installazione che impedisce qualunque censura, anche da parte dell'admin della vostra rete.

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