La Rai ha perso soldi con Youtube

Incredibile e troglodita comportamento dei dirigenti Rai nei confronti di Youtube. Un altro segnale dei tempi con dirigenti fermi ancora al preistorico…

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Non si sono ancora placate le polemiche per l'abbonamento “obbligatorio” che da Luglio coinvolgerà tutti gli italiani possessori di almeno una utenza elettrica e quindi il pagamento del canone Rai tramite bolletta elettrica che una notizia incredibile arriva dalla Commissione Parlamentare di Vigilanza del Senato. Una rivelazione che sembrerebbe una bufala, una barzelletta, ed invece è tutto vero; gli atti parlamentari della commissione sono a disposizione di chiunque.

La Rai due anni fa abbandona Youtube

Il direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi, due anni fa decise di eliminare ogni video ufficiale della Rai da Yotube, diffidando il colosso statunitense all'inserimento di video prodotti dalla grande corporation della Tv italiana. Un comportamento senza senso da parte dei vertici Rai, perchè Youtube versava ben 700 mila euro l'anno (secondo informazioni di corridoio del Sole24ore) per poter “ospitare” i prodotti della Rai sul proprio portale. In pratica sono stati persi, in due anni, circa un milione e mezzo di introiti tenendo presente che ogni volta lo Stato è costretto a “ripianare” il debito annuale della Rai. Quindi tutti soldi tolti ai contribuenti, cioè a noi.

La Rai dopo due anni di mancati introiti cambia rotta

Ora, persa per sempre la bella cifra di un milione e mezzo di euro, sembra che la dirigenza ci abbia ripensato ed avviato nuove trattative con Youtube. Quello che i dirigenti non riescono a comprendere è che Youtube, in confronto alla Rai, è un gigante con circa un miliardo di utenti e centinaia di milioni di ore di video. Miliardi di visualizzazioni ogni anno che, rispetto alla nostra azienda di Stato, rendono la Rai un piccolo sasso su una spiaggia.

Oltretutto, purtroppo la capacità di comprendonio dei nuovi mezzi digitali da parte di alcuni dirigenti è davvero limitata, non ci sono solo gli introiti da calcolare. Essere presenti stabilmente su Youtube significa sfruttare un canale pubblicitario di diffusione immenso, significa raggiungere soprattutto il pubblico giovane che negli ultimi anni ha praticamente abbandonato la Rai. Rimanere fuori da Youtube è solo un lusso narcisistico che viene pagato a caro prezzo, qui non si tratta solo degli incassi offerti dal colosso americano, anzi, sono bazzecole rispetto alla pubblicità gratuita ottenibile.

Nuove trattative, ma la Rai non sembra aver ben capito

Ora è da vedere se i vertici di Youtube saranno disposti a far “rientrare” i prodotti video della nostra azienda televisiva italiana nel proprio portale. Soprattutto occorrerà vedere con quale contratto, voci di corridoio parlano di un rilancio Rai, quindi ancor più soldi del “vecchio” contratto, ma tirare la corda fino a spezzarla farà male solo ad uno dei due contendenti e certamente non sarà Youtube. Nel frattempo la Rai continua ad accumulare debiti nonostante le iniezioni annuali di liquidità del canone e dello Stato.

Nel concludere questo articolo, anche alla luce delle capacità dirigenziali di questo ente pubblico, non possiamo non ricordarvi: come disdire un abbonamento RAI.

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