Viaggiare con il computer alla frontiera

viaggiare con il computer alla frontiera

Il movimento delle persone aumenta, con spostamenti da paese a paese, e per tenere sotto controllo la situazione i controlli alle frontiere stanno diventando sempre più accurati. Negli ultimi anni si è vista la tendenza a controllare alla frontiera anche i dispositivi digitali.

Il controllo di smartphone, tablet e PC porta inevitabilmente a dover fare alcune riflessioni. Queste saranno utili per viaggiare in modo sicuro e per proteggere la propria privacy dai controlli accurati degli agenti.

  1. Attenzione alla propria privacy

La prima riflessione da fare è che quando vengono effettuati i controlli dei dispositivi elettronici la privacy non viene più rispettata. Non si tratta di una violazione commessa dagli agenti, dal momento che essi operano nel rispetto delle leggi del loro paese.

E’ la normale prassi di controllo, da loro rispettata, che impone una ricerca accurata delle informazioni nei dispositivi elettronici, mettendo in questo modo a rischio la privacy individuale.

Quando gli agenti richiedono di controllare i dispositivi elettronici, il consiglio è di facilitare loro il controllo, dichiarando al contempo di voler proteggere la privacy. Gli agenti non avranno alcun interesse a non venire incontro a coloro che collaboreranno, mentre potrebbero indispettirsi nel caso in cui si cercasse di ostacolare il loro lavoro.

  1. L’ispezione digitale non è un controllo di base

Un aspetto da sottolineare è che l’ispezione dei dispositivi digitali non è prevista nel controllo di base. Nella maggior parte dei casi il controllo di base alla frontiera si limita a verificare la validità dei documenti e a controllare che nei bagagli non sia presente nulla di non consentito.

Superando senza problemi il primo controllo smartphone, tablet e PC non saranno sottoposti ad alcuna verifica. Sarebbe preferibile dunque facilitare il lavoro degli agenti nella prima fase di controllo, in modo da evitare di essere sottoposti a delle verifiche ulteriori.

Per superare facilmente il primo controllo occorre avere tutti i documenti in regola e pronti per essere mostrati e rispettare le norme circa gli oggetti che si possono introdurre nel paese ed il modo in cui essi devono essere organizzati nella valigia.

Bisogna tuttavia spiegare che anche nel secondo controllo non è scontato che avvenga l’analisi dei dispositivi digitali. Nella maggior parte dei casi il secondo controllo consiste in una verifica ulteriore dei documenti ed in un controllo più accurato dei bagagli.

Le percentuali relative al numero di controlli di device digitali variano da aeroporto ad aeroporto: ad esempio all’aeroporto di Charles de Gaulle di Parigi la probabilità che durante il secondo controllo venga richiesta la verifica dei device è del 48%, mentre scende al 7% nell’aeroporto di Francoforte.

  1. Gli agenti possono scoprire anche i dati cancellati

Molte volte si pensa che cancellare i file, come foto, video e contatti, dal proprio cellulare sia una soluzione definita. In realtà gli agenti alla frontiera possono sfruttare software e dispositivi che consentono loro di analizzare innanzitutto più rapidamente i file ancora presenti ed inoltre di recuperare quelli che sono stati cancellati.

Leggi anche: 3 programmi per cancellare i dati in modo permanente

Un modo per proteggere al meglio i file dall’ispezione potrebbe essere quello di memorizzarli sul Cloud. Mentre gli agenti hanno piena facoltà di analizzare tutto il materiale disponibile in locale sul dispositivo, essi non possono verificare quanto salvato sul Cloud, o almeno questo è quanto accade negli Stati Uniti.

Leggi anche: meglio Google Drive o Dropbox

  1. Attenzione ai dispositivi aziendali

I dispositivi aziendali, al pari dei device personali, possono essere ispezionati alla frontiera. In questa situazione però entra in gioco il problema che i file sono relativi all’azienda e che in alcuni casi non dovrebbero essere visualizzati da persone esterne ad essa.

Si consiglia dunque di verificare con i propri superiori la reale autorizzazione a portare con sé il dispositivo aziendale, specificando anche che in questo modo si corre il rischio che esso possa essere controllato alla frontiera.

  1. Le impronte digitali possono essere utilizzate

La polizia di frontiera ha la facoltà di poter visionare i file e di chiedere all’individuo di consentire l’accesso ad essi. Tutto il materiale protetto da impronta digitale è più a rischio, perché mentre per la classica password il cittadino ha il diritto di rimanere in silenzio, per le impronte digitali non è così.

Se le impronte digitali proteggono i file, gli agenti alla frontiera hanno anche la possibilità di prendervi la mano e di sbloccare il device. Potrebbero addirittura utilizzare impronte digitali eventualmente presenti nel database internazionale.

  1. Modificare le password dopo il controllo

Nel caso in cui il dispositivo dovesse essere stato controllato ed alcune password comunicate agli agenti, un valido consiglio è di modificare le chiavi di accesso comunicate appena terminato il controllo.

  1. Non mentire agli agenti

Questo vale sia per i dispositivi digitali che per qualunque altro aspetto del controllo. E’ inutile mentire agli agenti, perché essi dispongono degli strumenti per accertarsi che voi stiate dicendo il vero ed inoltre perché sono addestrati a riconoscere coloro che mentono.

  1. Non portare dispositivi digitali con sé

Il modo migliore per proteggere i propri dispositivi digitali da un eventuale controllo è di non portarli con sé. Questo ovviamente non è sempre possibile, ad esempio questo consiglio non si può applicare allo smartphone, ma potrebbe tornare utile nel caso di PC.

In conclusione, poiché potrebbe essere fatta anche una ricerca sulla cronologia delle vostre ricerche in Internet, leggete l’articolo: ricerche pericolose in Internet.

Lascia un commento e ti risponderò!

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.