Privacy a rischio anche se non sei su Facebook

privacy online smascherata

Non siete su Facebook perché volete mantenere il riserbo sulla vostra privacy online? Vi state solo illudendo.

Alcuni ricercatori di università australiane e statunitensi sono giunti ad una conclusione paradossale: inutile rifiutarsi di iscriversi a Facebook o altri social per evitare di spargere dati in giro.

Uno studio combinato Usa-Australia è arrivato ad una conclusione a dir poco paradossale: non sono solo le persone attive sulle piattaforme social non hanno controllo sui propri dati, ma anche quelle che non sono mai state iscritte possono stare sicure.

La tutela della privacy sui social network ormai è una cosa che ben sappiamo: non esiste. Adesso, però, su aggiunge una ulteriore chicca: anche per chi non usa Facebook o Twitter c’è comunque una invasione della propria privacy.

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Uno studio dettagliato di questi ultimi mesi, creato da due diversi team di ricercatori, uno dell’università del Vermont (Usa) e l’altro dell’università di Adelaide (Australia), ha sentenziato che la protezione della privacy online non esiste più per nessuno.  Magari molti di voi si sono cancellati dopo lo scandalo Facebook-Cambridge Analytica

Una ricerca accurata da parte di informatici specializzati

I ricercatori, con una programmazione particolare dei propri server universitari, hanno analizzato con cura almeno 30 milioni di messaggi pubblici su Twitter provenienti da oltre 13.000 utenti. Il sospetto teorico già c’era, ma verificando i tweet di almeno 8 contatti di una persona, è comunque possibile avere un profilo o immagazzinare i comportamenti abituali di un individuo anche se è fuori dai social.

Questo studio universitario innovativo dimostra che se anche un individuo esce dai social network, o addirittura, non è mai entrato, analizzando migliaia di post dei propri amici è comunque possibile avere un ottimo potenziale di accuratezza predittiva sul comportamento dell’individuo “a-social”.

Lo studio arriva addirittura a dire che l’elaborazione dei dati riesce ad arrivare al 95%  sulla sua futura attività. In pratica sono i tuoi stessi amici, iscritti ai vari social, a rivelare molti dati di una persona, che si illude d’essere fuori da questi meccanismi.

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Maggior consapevolezza sull’uso dei social

Occorrerà quindi considerare, d’ora in poi, che quando vi iscriverete su Facebook, Twitter o WhatsApp, non solo rinuncerete ad una parte della vostra privacy, ma anche a quella di amici e parenti.

Il problema è che ormai siamo immersi in una società altamente interconnessa, le scelte e l’identità di un individuo sono strettamente legate alla Rete.

E’ quindi possibile ottenere comunque un identikit di ciò che pensa politicamente una persona, la sua religione o anche informazioni molto dettagliate sui prodotti preferiti. Tutto questo monitorando le conversazioni e i post degli amici stessi.

Non importa se il soggetto in questione non è mai stato sui social media o si è cancellato da tempo dalle varie piattaforme sociali.

Anche senza volerlo, nostri dati finiscono comunque nei giganteschi server che governano i social, immagazzinando migliaia di dati sui nostri gusti, orientamenti, desideri, accadimenti nella nostra vita.

Non essere presenti su un social non vi garantisce di non essere “spiati”, perché saranno proprio i vostri amici e parenti a fornire inconsapevolmente parecchie informazioni sulla vostra vita.

Non ci credete? Pensate che sia fantascienza? A parte che questi studi provengono da ricercatori e università molto serie, non avete ancora letto che Facebook studia l’umore per rivendere pubblicità?

Inoltre c’è anche da considerare che siamo costantemente tracciati durante i nostri spostamenti e non solo per colpa di Facebook.

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