Creare Fake News è un reato

FAKE news: le cosiddette notizie bufale non sono legalmente inquadrate e quindi non esistono discipline specifiche, allo stesso tempo, però, il reato c’è e potrebbero comportare dei problemi legali a chi le crea e anche a chi le condivide…

L’avvocato Guido Scorza, docente di Diritto delle nuove tecnologie è intervenuto, nei giorni scorsi, su un importante quotidiano per chiarire la faccenda delle diffusione delle “false notizie”, soprattutto nei social come Facebook.

Un grosso scalpore ha creato la fake news che riguardava la sorella della presidente della camera, Laura Boldrini. Questa falsa notizia affermava che la sorella, in realtà morta da anni, dirigeva numerose cooperative sociali per l’assistenza ai migranti. Cosa totalmente falsa ed aggravata dal fatto che la signora in questione era scomparsa da tempo a causa di una grave malattia ed oltretutto non si era mai occupata di cooperative sociali.
Una notizia falsa e diffamatoria, atta ad offendere la reputazione altrui, commenta l’avvocato Scorza. Una bufala del genere potrebbe comportare una denuncia in sede civile e anche penale. Il dolo e colpa del soggetto che ha creato quella notizia sono evidenti: ottenere la massima visibilità senza verificare la veridicità dei fatti. E’ proprio l’articolo 595 del codice penale che, per la diffamazione a mezzo stampa, pubblicità, o atto pubblico, prevede la reclusione da sei mesi a tre anni o la multa non inferiore a 516 euro. Il fatto che poi si vada in galera è raro, ma la possibilità esiste, almeno sulla carta.

Condividere una falsa notizia è reato?

Condividere semplicemente una fake news non è un fatto grave, potrebbero però esserci dei problemi se vengono inseriti, in aggiunta, dei commenti diffamatori, anche qui si potrebbe incorrere in diffamazione. E’ anche vero, aggiunge l’avvocato, che l’autore del commento (ma non creatore della falsa notizia) potrebbe essere stato tratto in inganno dalla presunta veridicità della notizia stessa. In questo caso sarebbe abbastanza facile dimostrarlo e potrebbe cadere così il reato di diffamazione. La semplice condivisione, invece, come già scritto, non è un illecito, a meno che il diffamato non riesca a dimostrare che ci sia consapevolezza della falsa notizia all’atto della condivisione.

Le bufale che accusano imprese o professionisti

Queste fake news ledono l’immagine di un’azienda o di una persona. L’azienda o il professionista ingiustamente diffamati hanno tutto il diritto di rivolgersi ad un giudice civile per chiedere il risarcimento dei danni. L’ammontare del risarcimento è valutato in base al danno subito e in caso di aziende potrebbe anche essere molto elevato.

Disastri imminenti e totalmente falsi

Si rientra nel procurato allarme: l’articolo 658 del codice penale prevede che: “Chiunque, annunziando disastri, infortuni o pericoli inesistenti, suscita allarme presso l’autorità, o presso enti o persone che esercitano un pubblico servizio, è punito con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda da euro 10 a euro 516”.

Notizie non veritiere sul conto di un’altra persona

E’ una grave violazione  dell’identità personale, il soggetto leso può chiedere un risarcimento dei danni; o anche intentare un’azione di tipo amministrativo di fronte al Garante privacy che potrebbe sanzionare pecuniariamente la persona che ha diffuso l’informazione. Occorre, per Legge, rimuovere o correggere la falsa notizia entro quindici giorni dalla segnalazione da parte dell’interessato.
Si rientra invece nel reato di truffa se si diffonde una falsa notizia in cui si chiedono soldi per false opere benifiche o falsa beneficenza, reclusione da sei mesi a tre anni e multa da 51 a 1031 euro.

In passato un clamoroso esempio: Papa Ratzinger ex Nazista.

Anche Facebook ha deciso di agire pubblicando un vero e proprio decalogo: come riconoscere le false notizie su Facebook.

Ecco invece il pericolo di “castrare” la diffusione delle idee

La tutela legale per le fake news già esiste, conclude l’avvocato Scorza. Occorre stare attenti, invece, ad emettere interventi legislativi che potrebbero causare dei danni. Ad esempio l’emendamento proposto in questi giorni dalla senatrice Adele Gambaro, potrebbe disincentivare la condivisione di notizie vere creando un vulnus alle idee e libertà di espressione.

Un link interessante, a riguardo, è: come riconoscere le bufale in Internet

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