Una istruttoria dell'antitrust italiano e' stato aperta contro Google, Apple, Amazon e Gameloft. Le app gratuite spesso celano meccanismi di acquisti premium non chiari…
Ormai se ne parlava da tanto e adesso anche l'Autorità garante della Concorrenza e del Mercato italiano, ha deciso di vederci chiaro su le tante app gratuite disponibili per smartphone e tablet in quantità industriale.
La promessa delle applicazioni scaricate è sempre quella: tanto divertimento gratuito per noi e i nostri bimbi, ma sempre più spesso ci si accorge che proprio completamente gratuite non sono ed il comportamento di alcune app potrebbe non essere del tutto legale.
L'AGCM ha chiamato in causa i maggiori produttori mondiali di App free e con il procedimento instaurato dovrà verificare se le praticate adoperate dagli operatori siano corrette nei confronti degli utenti.
Numerose associazioni consumatori, anche nel contesto europeo, hanno sollevato dubbi sui meccanismi che spingono l'utente ha sborsare dei soldi per avere livelli superiori, più bonus o miglior punteggi.
Negli Stati Uniti, Apple, negli anni scorsi, ha dovuto precipitosamente rimborsare numerosi utenti a causa di acquisti accidentali su App free, spesso eseguite da bambini.
Alcuni dispositivi,per l'acquisto degli extra nelle free App, hanno una password di sicurezza, mentre altri sono predisposti per un acquisto libero e spesso un utente distratto esegue dei pagamenti automatici dal proprio conto online (già predisposto) senza neanche accorgersene, soprattutto bambini e minorenni che giocano con il tablet o lo smartphone dei propri genitori.
Negli Stati Uniti, più recentemente, è stata scatenata una grossa class action da molte famiglie, dove proprio i bambini, senza rendersene conto, aggiungevano contenuti a pagamento su prodotti free in modo troppo rapido e facile prosciugando il conto dei genitori.
Solo in Europa il giro d'affari delle Apps è enorme: vi lavorano un milione di sviluppatori e potrebbe raggiungere un giro d'affari d'oltre 60 miliardi per il prossimo quinquennio. Quanti di questi soldi sono effettivamente spesi in modo consapevole?